Descrizione
La Chiesa del SS. Crocifisso è una delle più antiche e maestose chiese di Prizzi, situata in cima al paese in una storica piazza, lo spiazzo Comizi. Fu costruita intorno al XVII secolo sulla base della preesistente chiesetta di San Biagio vescovo.
La facciata esterna presenta tre porte, sopra quella centrale è posto un orologio circolare a numeri romani con incisione della data 1711, anno della possibile riedificazione e su tutto svetta un campanile alto 25 metri decorato con ciottoli di fiume. Il portone principale è arricchito con elementi architettonici floreali, fiaccola a guscio di lumaca in marmo che rappresenta la luce della vita e archetti rampanti; vi è anche uno stemma regale che sta a rappresentare la Chiesa e la potenza di Dio.
Nel prospetto è incastonato un fregio architettonico di età ellenistica che raffigura un toro proveniente forse dalla città greca di Hippana.
Si racconta che un bue , portato in dono in occasione di una festa si sia inginocchiato al cospetto del Crocifisso, lasciando l’impronta del suo muso sul lastricato dello spiazzo.
La chiesa è dotata di un maestoso organo a canne, in buono stato di conservazione risalente alla fine del 700.
La Chiesa all’interno ha un impianto basilicale a tre navate sostenute da dieci robuste colonne realizzate con pietra calcarea locale e le pareti e il soffitto sono coperte con stucchi dorati.
In alto in corrispondenza dell’altare maggiore, vi è un particolare raffigurante l’occhio di Dio sotto forma di sole irradiante, il quale simboleggia la Divina Provvidenza.
Proseguendo verso destra troviamo la statua del Cristo Risorto, San Vito con la palma, la croce e il libro, San Vincenzo Ferreri, Sant’Eligio protettore degli orafi, Santa Lucia protettrice della vista. A seguire ammiriamo un quadro raffigurante il Cuore di Gesù, sotto il quale si trova l’urna con la statua di Santa Rosalia, la statua dell’Addolorata e la nicchia di vetro nella quale riposa la statua del Cristo Crocifisso, entrambi portati in processione il venerdì Santo.
Sull’altare maggiore ammiriamo l’imponente e meraviglioso SS. Crocifisso protetto da una custodia in legno sulla quale sono incisi i segni della passione: chiodi, corona di spine, martello.
Nella parte bassa dell’altare maggiore vi sono incastonati quattro bassorilievi con alcune scene bibliche: il sacrificio di Isacco, l’uccisione di Abele, il sacrificio di Melchidesech e il sacrificio del tempio.
A sinistra dell’altare troviamo la cappella di San Paolo, l’urna con la Madonna di Lourdes in miniatura opera e dono di Giuseppe Sinatra artigiano prizzese.
Nella parete di fondo del transetto troviamo un quadro rappresentante l’Assunzione in cielo di Maria dipinto dal pittore Spallina nel 1859 e l’urna con “dormitio Mariae”.
Proseguendo notiamo la statua di San Biagio vescovo protettore della gola, San Pasquale protettore dei pastori, San Gaetano protettore dei poveri, San Giuseppe, San Lorenzo.
Dalle due terrazze della Chiesa del SS Crocifisso, raggiungibili attraverso un’angusta scala, si gode di un panorama incantevole, inebriato dai profumi e dagli odori della cucina locale e reso magico, soprattutto al tramonto, dalle varie sfumature di rosa e arancio e dalle pennellate azzurre del cielo.
La terrazza Sud permette di ammirare il paesaggio di campagna, uno dei posti più belli e tranquilli al mondo. Le colline, le montagne, le distese di campi coltivati, il canto degli uccelli, l’aria fresca e incontaminata, il viso accarezzato dai soffi di zefiro, generano un’atmosfera di riposo, tranquillità ed evasione, dandoci la sensazione di essere in un “locus amoenus”. Si gode di un paesaggio talmente bello da sembrare un quadro, una cartolina da inviare all’amico più caro.
Da est verso ovest, possiamo ammirare Monte Hippana che custodisce secoli di storia, chiamata anche Montagna dei Cavalli i cui reperti sono custoditi nel Museo Archeologico; il promontorio di Monte Indisi, una realtà montuosa ricca di una presenza naturalistica molto varia; dalla rigogliosa natura della Valle del Sosio alle sorgenti di Monte Scuro.
Spostandoci nella terrazza nord, abbiamo la possibilità di ripercorrere la secolare storia del nostro paese. Ci troviamo immersi nel cuore dell’antico borgo medievale: ancora conserva intatta la struttura araba con le sue strette vie, cieche, tortuose, arricchite da piccoli cortili, slarghi e archi.
Camminando indietro nel tempo, scorgiamo il primo nucleo del borgo con le sue torri, punti privilegiati per la difesa dalle incursioni dei mori. Spicca in particolare la cupola del campanile di Sant’Antonio, preziosa testimonianza dell’architettura araba.
Nel corso dei secoli successivi, si assiste all’avvicendarsi di una serie di dominazioni: normanni, angioini, aragonesi, spagnoli, ognuno dei quali vi ha inciso i propri segni, visibili nelle strutture architettoniche e urbanistiche, contribuendo nel contempo a rendere il paese un mosaico di storia, cultura, tradizioni e riti.
Nel corso del ‘500 ci fu un boom demografico che determinò anche quello edilizio, grazie alla nobile famiglia locale dei Villaraut: furono costruite nuove chiese, case baronali, carceri e nuove strade e abitazioni si unirono alle preesistenti. La crescita, come possiamo notare, asseconda le forme naturali del luogo con case addossate le une alle altre che creano vicoli stretti, vaneddi, anguste scalinate, discese e muntati che si mescolano e si fondono armoniosamente.