Descrizione
Il museo “Tra sacro e profano”, inaugurato nel 2017, è ospitato all’interno dell’ex chiesa di San Nicolò, uno dei primi edifici religiosi del centro, costruito intorno al XIII secolo, ora adibito anche a sala conferenze e concerti grazie alla presenza di un bellissimo pianoforte a coda.
Il percorso museale che si sviluppa all’interno della struttura, molto semplice e austera, fornisce una viva e forte testimonianza della storia religiosa e folkloristica del paese. All’interno del luogo, il sacro e il profano, due modi di essere così diversi e opposti, sono indissolubilmente legati e complementari.
La cappella di sinistra custodisce ed espone al pubblico dei paramenti liturgici e un antico messale in lingua latina. Ammiriamo delle preziose vesti databili tra XVI e XVII secolo: pianete, stole, manipoli, velo omerale. Pregevoli tessuti di seta con ricami in oro e argento, realizzati dalle antiche maestranze locali, i quali si contraddistinguono per la preziosità e la ricercatezza dei motivi.
Sotto la cappella si trova una lastra di pietra, da poco riscoperta, sulla quale nel 1488 il Barone Carlo Villaraut fece scrivere a futura memoria che era stato proprio lui, signore di Prizzi, a fare la porta di ferro che dava l’accesso al cortile del castello. Sopra l’iscrizione in basso rilievo fece scolpire lo scudo stemma della sua famiglia. Questa lastra è una delle più antiche testimonianze della dominazione civile di Prizzi.
Nella cappella di destra invece, dinnanzi agli occhi curiosi degli astanti, dimorano delle creature grottesche, delle figure infernali, con profondi occhi neri, penetranti e scrutatori, sorvegliati da due arcangeli in bianche vesti, con eleganti e colorate perle e scintillanti spade.
Sono i protagonisti di una vivace pantomima, “u ballu di diavuli”, un rito propiziatorio di grande suggestione che dal 1711 ogni anno, il giorno di Pasqua, anima le vie del nostro borgo, attirando turisti provenienti da ogni parte dell’Italia e del mondo.
Il rito, seppur abbia delle reminiscenze legate all’antica tradizione pagana e ricorda le manifestazioni che celebravano l’avvento della primavera e la rinascita della natura, nasce in seno alla Chiesa e simula l’incontro tra il Cristo Risorto e la Madre.